ALTRE RICETTE PER SPECIE ANIMALI |
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SELVAGGINA DA PENNA Beccaccia Fagiano Pernice Quaglia |
SELVAGGINA DA PELO Camoscio Capriolo Cinghiale Lepre |
PREPARAZIONI
VARIE Anatra selvatica con i fichi Cervo alla panna Torta ai funghi e selvaggina Zuppa di frosoni Minestra sull'anatra Zuppa degli angeli Pappardelle abbruzzesi Pappardelle col germano Pappardelle di lepre alla bolognese Quaglie al risotto Pappardelle con la lepre alla toscana |
Selvaggina da penna Uccello migratore dal tipico becco allungato, al Nord viene chiamato anche gallinazza, pizzacra o pola e al Sud pizzarda o arcera. Per la sua natura di migratore non viene allevato e, infatti, in Italia si trova soltanto in determinati periodi, in ottobre e novembre, in febbraio e marzo. La carne della beccaccia, gradevolmente sapida, richiede una frollatura da 3 a 5 giorni. Una beccaccia è sufficiente per due persone. AL CURRY Salate, pepate e infarinate le beccacce. In
una padella lasciate sciogliere 30 grammi di burro e rosolatevi a fiamma
moderata i volatili per 15 minuti. In un tegame fate appassire la cipolla
affettata con il restante burro, unitevi due cucchiaini di curry, il brodo
caldo e cuocete 20 minuti. Poco prima di servire riscaldate le beccacce in
questo sugo, unite il succo di limone. AL GINEPRO Pestate le bacche di ginepro nel mortaio
riducendole in poltiglia. Amalgamate un terzo con 40 grammi di burro,
formate quattro palline e mettetene una dentro ogni beccaccia. Aggiungete
anche un rametto di timo. In un tegame fate scaldare il restante burro,
adagiatevi le beccacce e rosolatele a fuoco vivo. Quando sono colorite,
salate, pepate, spolverizzatele con il resto delle bacche pestate e
completate la cottura a fuoco medio. A fine cottura scaldate un
bicchierino d’acquavite, versatela sulle beccacce, fiammeggiate e portate
a tavola. AL TARTUFO Pulite e preparate le beccacce. Tenete da
parte il fegato e il cuore. Fissate il becco tra le cosce, conditele
interamente con un pizzico di sale e pepe, avvolgetele in alcune fettine
di pancetta. In un tegame scaldate una noce di burro e due cucchiai
d’olio, unite carota, sedano e mezza cipolla tritati, la foglia d’alloro
intera. Quando hanno preso colore adagiate nel recipiente le beccacce e
fatele rosolare. Salate, pepate, bagnate con un bicchiere di vino e
continuate la cottura, a fuoco basso, per una ventina di minuti. Ritirate,
tagliate le beccacce a metà e tenetele a caldo. CON MELE VERDI In una teglia sistemate le beccacce,
spennellate con un po’ d’olio, salate e ponete in forno preriscaldato a
220° C per 10 minuti o sino a quando sono diventate tenere e dorate. In
una padella lasciate sciogliere poco burro, fatevi colorire le fette di
pancarrè da entrambe le parti, ritiratele e tenetele da parte. Lavate e
asciugate le mele, tagliatele a fettine di circa mezzo centimetro di
spessore. Rosolatele con il restante burro, spolverizzatele con il pepe
macinato al momento. Servite le beccacce sulle fette di pane con intorno
le mele calde. Il fagiano è un pregiato volatile originario dell’Asia. Fra il maschio e la femmina la differenza più evidente sta nelle belle piume colorate del primo, mentre quelle della “compagna” sono più scialbe e si confondono con le sfumature della vegetazione. In Italia il più diffuso fagiano è quello d’allevamento e richiede una frollatura di circa una giornata in frigorifero. Se il volatile proviene da una battuta di caccia richiede, invece, tre giorni (con le penne e pulito interamente). Un grosso fagiano maschio è più o meno sufficiente per quattro persone. ALLA FRUTTA In un tegame fate sciogliere la metà di
burro e rosolatevi e rosolatevi il fagiano pulito e legato con lo spago
bianco da cucina. Spremete 500 grammi d’uva e le due arance, versate
entrambi i succhi sul fagiano, aggiungete un bicchiere di vino bianco e un
bicchierino di brandy. Salate e pepate. Coprite e lasciate cuocere a fuoco
basso per 40 minuti. Nel frattempo, spellate gli acini della restante uva
dopo averla immersa per un minuto nell’acqua bollente, tritate
grossolanamente i gherigli di noce e, a 10 minuti da fine cottura, unite
la frutta al fagiano. Ritirate il volatile, mettetelo su un piatto da
portata, tenetelo al caldo. Aggiungete al fondo di cottuta il burro
rimasto, spolverizzate con un cucchiaio di farina, mescolate per
amalgamare, portate a ebollizione, unite la scorza grattugiata di mezza
arancia e spegnete. Contornate il fagiano con fettine d’arancia e acini
d’uva spellati e servite la salsa a parte in salsiera. ALLA PANNA Salate e pepate il fagiano interamente.
Avvolgetelo con la pancetta tagliata a fettine sottili proteggendo il
petto e legatelo con lo spago bianco da cucina. In un tegame scaldate due
cucchiai d’olio e una noce di burro, adagiatevi il volatile e fatelo
rosolare. Quando è colorito, saltatelo un po’ anche esternamente e cuocete,
piano e coperto, per circa 30 minuti. Spruzzate il fagiano con alcuni
cucchiai di panna e cuocete per altri 15 minuti bagnandolo spesso con il
sugo. In ultimo aggiungete alla salsa alcune gocce di limone, servite. ALLE OLIVE Pulite il fagiano e farcitelo con una noce di burro, il rosmarino, sale e
pepe. Avvolgetelo nelle fette di pancetta, legatelo con lo spago bianco da
cucina. Adagiatelo in una pirofila con il burro a pezzetti e fatelo dorare
nel forno preriscaldato a 180°C per circa un’ora. Irroratelo spesso con il
Marsala e il sugo di cottura. Ritirate dal forno, distribuite sul fagiano
le olive e ponete nel fornello. Cuocete a fuoco basso per 40 minuti. ARROSTO RIPIENO Il fagiano deve essere ben stagionato e va
spiumato soltanto al momento di cucinarlo. Al fagiano maschio preferite la
femmina che ha carni più tenere. Tritate il fegato del volatile, il lardo
affumicato, il prezzemolo e, se possibile, anche un po’ di tartufo. Salate
e pepate. Riempite con questa farcia il fagiano, cucite le aperture,
coprite il petto con le fettine di pancetta fermandola con alcuni giri di
spago bianco da cucina. Salate e pepate. In un tegame scaldate una noce di
burro, adagiatevi il fagiano e cuocete per 45 minuti. Dopo 20 minuti
togliete la pancetta perché la carne possa colorirsi. A un quarto d’ora da
fine cottura aggiungete due cucchiai di panna per rendere il sugo più
delicato e cremoso. CON I FUNGHI Preparate un litro di brodo di pollo.
Pulite il fagiano, salatelo e pepatelo internamente e legatelo con lo
spago bianco da cucina. In un tegame scaldate un cucchiaio d’olio e una
noce di burro, rosolatevi il fagiano da ogni lato. Tritate la cipolla, lo
scalogno e la carota, tagliate il prosciutto a dadini. Togliete il fagiano
dal tegame e mettete nel recipiente prosciutto e verdure tritate. Salate e
pepate. Aggiungete il brodo e gli aromi. Coprite e cuocete a fuoco basso
per un quarto d’ora circa. Ponete di nuovo il fagiano nel tegame. Coprite
e lasciate cuocere per 40 minuti a fuoco basso. Pulite i funghi e
insaporiteli in un tegame con una noce di burro e uno spicchio d’aglio,
per circa 10minuti. Togliete i funghi e unite le olive, fate scaldare 5
minuti. Trasferite olive e funghi nel recipiente del fagiano, cuocete per
alcuni minuti. FILETTI ALL’ARANCIA Disossate il fagiano, tagliate la carne a fettine e tenete da parte la
carcassa. In una padella lasciate sciogliere il burro con alcune bacche di
ginepro, cuocetevi i filetti di carne a fuoco moderato per circa 20
minuti. In un’altra pentola versate il vino, il brodo, alcuni grani di
pepe e il sale. Immergetevi la carcassa e portate a bollore. Continuate la
cottura fino a quando il liquido è ridotto alla metà. Filtratelo ed
eventualmente sgrassatelo. Al momento di servire riscaldate i filetti
nella salsa, aggiungete il succo d’arancia, lasciate bollire ancora 2
minuti. Disponete sul piatto da portata, servite subito. Affine alla starna, la pernice rossa si distingue per il vivace colore delle zampe e la macchia bianca sulla gola. Gli esemplari reperibili in commercio, in genere provenienti da allevamenti, non richiedono frollatura; quelli procurati dai cacciatori devono essere invece frollati dai 2 ai 4 giorni (con le penne, ma sviscerati). La loro carne, rossa e saporita, rende al meglio se cotta arrosto o allo spiedo. Anche le pernici surgelate si preparano con ottimi risultati. A tavola, occorre calcolare una pernice piccola a persona e mezza se sono grandi. Per la cottura si può calcolare un tempo di 20 minuti ogni 250 grammi di peso. ALLA SENAPE Pulite e preparate le pernici. Conditele
internamente con un pizzico di peperoncino e uno di sale, avvolgetele
nelle fettine di lardo. In un tegame scaldate 3 cucchiai d’olio e una noce
di burro, rosolatevi le pernici a fuoco piuttosto alto. Versate un
mestolino di brodo e cuocete per 20-25 minuti, bagnandole ogni tanto con
il loro sugo. Preparate la salsa: in una ciotola lavorate una noce di
burro con la farina e amalgamatevi ½ cucchiaino di senape forte. Togliete
le pernici dal tegame, passatele sul piatto da portata e tenetele al
caldo. Mettete nel recipiente il burro alla senape, aggiungete i fegatini
finemente tritati e, se necessario, versate un po’ di brodo. Riducete il
calore e cuocete mescolando continuamente in composto fino ad ottenere una
salsa della giusta densità. Aggiungete alcuni cucchiai di panna, fate
scaldare a calore moderato e servite subito le pernici ricoperte dalla
salsa. FARCITA Pulite, vuotate e fiammeggiate le pernici.
Preparate il ripieno: tritate una parte dei gambi dei funghi, il fegato e
il cuore delle pernici, mescolate e aggiungete un po’ di mollica di pane
intrisa nel latte, regolate sale e pepe. Farcite con questo composto le
pernici, cucite le aperture perché il ripieno non possa uscire. Pulite il
resto dei funghi, tagliateli a pezzetti, riducete a dadini anche la
pancetta. Sistemate le pernici in una pirofila abbondantemente imburrata,
contornatele con i funghi e la pancetta, aggiungete alcuni fiocchetti di
burro. Mettete in forno preriscaldato a 180°C e cuocete coperto per 20
minuti. Scoprite la pirofila, mescolate salsa e funghi, terminate la
cottura. Servite tutto caldo nello stesso recipiente. MARINATA Salate dentro e fuori le pernici. In un tegame scaldate 4 cucchiai d’olio,
adagiatevi i volatili e fateli dorare per 10 minuti girandoli spesso.
Pepate. Sistemateli in una pirofila con la cipolla e uno spicchio d’aglio
tritati, il peperone e il sedano rapa tagliati a dadini, due foglie
d’alloro, pepe in grani, vino e aceto. Cuocete coperto a fuoco basso per
circa un’ora aggiungendo, se necessario, un po’ di brodo caldo. Lasciate
intiepidire le pernici e servitele a tavola con il loro sugo di verdure.
E’ il pennuto più diffuso. “Abita” nei campi e nelle zone coltivate a prato. Le quaglie che si acquistano nei supermercati o nelle macellerie, essendo di allevamento, non hanno alcun sapore di selvatico. Accuratamente spennate e già pulite internamente, offrono una carne magra e di facile digeribilità, ma piuttosto insipida. Le quaglie abbattute dal cacciatore sono più grasse e, ovviamente, più saporite. In ogni caso la carne delle quaglie non richiede frollatura. ALLO YOGURT In una ciotola mettete la cipolla tritata
con uno spicchio d’aglio, un cucchiaino di paprica, la buccia grattugiata
di un limone e il succo di mezzo, sale e pepe. Spalmate una parte del
composto sulle quaglie. Sistematele in una padella con un po’ d’olio e
fatele colorire 10 minuti per parte. Aggiungete il restante composto,
versate il brodo caldo, coprite e cuocete per circa 15 minuti. Togliete le
quaglie, sistematele su un piatto. Amalgamate lo yogurt al fondo di
cottura con poco succo di limone filtrato. Fate addensare e servite la
salsa a parte. AL VINO BIANCO Pulite le quaglie e farcitele con mezzo spicchio d’aglio, aghi di
rosmarino, una foglia di salvia, sale e pepe. Mettetele in un tegame con
un po’ d’olio e fatele colorire, salate, versate un bicchiere di vino,
cuocete, coperto, a fuoco basso per 20minuti. CON RISOTTO Scegliete quaglie grassottelle, vuotatele e
legatele perché mantengano la forma. Insaporitele con sale e pepe.
Scaldate in un tegame una noce di burro e poco olio, allineatevi le
quaglie e fatele colorire a fuoco vivace per una decina di minuti
girandole di tanto in tanto. Quando sono dorate, cospargetele con un
cucchiaio di farina, mescolate, aggiungete un rametto di timo e una foglia
d’alloro, versate un mestolino di brodo nel quale avete sciolto un
cucchiaio di farina e un bicchiere di vino bianco. Cuocete per 10minuti
abbondanti. Preparate intanto un normale risotto con il burro, la cipolla
tritata, il brodo e conditelo con il formaggio grattugiato. Disponete il
risotto su un piatto da portata, appiattitelo leggermente, adagiatevi
sopra le quaglie, nappatele con il loro sugo. SPIEDO DI QUAGLIE In una ciotola lasciate ammorbidire il
burro e poi incorporatevi il rosmarino e una cipolla piccola finemente
tritati, sale, pepe. Pulite e lavate le quaglie, asciugatele con cura.
Farcitele con un po’ di burro aromatizzato e poi avvolgete ognuna in due
fettine di pancetta. Legatele con alcuni giri di spago bianco da cucina.
Infilatele sullo spiedo alternandole con le fettine di pane, spennellate
d’olio e cuocetele per circa 25 minuti in forno preriscaldato a 180°C.
ogni tanto spennellatele con il grasso che cola nella sottostante
leccarda. Servitele sul piatto da portata contornate di risotto al burro. Selvaggina da pelo Rari sono diventati i camosci nostrani e
ancora più rari quelli selvatici. La carne di camoscio che si trova nei
negozi, spesso surgelata, proviene nella maggior parte da esemplari di
allevamenti esteri. In tal caso è meno saporita, ma più tenera e rende al
meglio preparata in salmì, ricetta universale per la selvaggina da pelo. ALSAZIANO Preparate la marinata facendo bollire per
un quarto d’ora il vino con l’aceto, una carota, una cipolla, uno spicchio
d’aglio, due coste di sedano, poco prezzemolo, alcuni grani di ginepro e
di pepe, un pizzico di sale. Versatela in una terrina, immergetevi il
camoscio tragliato a grandi pezzi e teneteli per 120ore al fresco girando
la carne ogni tanto. Togliete i pezzi dalla marinata, sgocciolateli,
asciugateli. Scaldate in un tegame un bicchiere d’olio e rosolatevi la
pancetta a dadini e la carne. Quando sono colorite, salate, pepate e
continuate la cottura, a fuoco basso, bagnando ogni tanto fino a consumare
metà marinata. In un pentolino scaldate il burro, amalgamatevi la farina,
fate colorire e diluite con la restante marinata filtrata. Mescolate bene.
Quando il composto comincia ad addensarsi, riducete il calore al minimo e
cuocete per 20 minuti. Poco prima di servire unite la panna alla salsa,
regolate il sale e scaldate. Servite subito il camoscio con salsa calda a
parte. AL VINO ROSSO Preparate la marinata: in una terrina versate il vino che deve essere di
buona qualità, aggiungete i due chiodi di garofano, alcune bacche di
ginepro, due foglie d’alloro, una costa di sedano, la carota e la cipolla,
sale e pepe. COSTOLETTE AI FUNGHI
E FRUTTA SECCA Fate rinvenire i funghi in acqua calda e la frutta secca nel tè. In una
padella scaldate due cucchiai d’olio e 30 grammi di burro, rosolatevi le
costolette circa 10 minuti per parte, regolate il sale. Ritiratele e
sistematele sul piatto da portata. Vive in montagna in particolare sull’arco
alpino, ma non è difficile trovarlo anche in pianura. I caprioli maschi si
riconoscono dalle tipiche corna ramificate. I caprioli selvatici sono,
giustamente, sempre più rari e protetti, mentre si moltiplicano gli
allevamenti. ARROSTO Incidete la carne del cosciotto e
lardellatela con la pancetta tagliata a bastoncini. In una terrina
mescolate un bicchiere d’olio con tre di vino, le erbe aromatiche tritate,
sale e pepe. IN SALMI’ Tagliate la carne del capriolo a pezzi e
lasciatela marinare per almeno 12 ore in una terrina dove avete versato il
vino e aggiunto le spezie, una costa di sedano tagliata a pezzetti, due
carote a rondelle, una cipolla e uno spicchio d’aglio tritati, alcune
foglie di salvia e due d’alloro, sale e pepe. Girate i pezzi ogni tanto.
Togliete la carne dalla marinata, sgocciolatela e asciugatela. Scaldate in
un tegame tre cucchiai d’olio e 50 grammi di burro, unitevi la pancetta a
dadini e, quando è diventata croccante, rosolatevi la carne. Aggiungete un
pizzico di noce moscata, uno di cannella e due chiodi di garofano,
regolate il sale. Unite le verdure della marinata e scaldate per 10
minuti. Versate il liquido della marinata, portate a bollore, abbassate la
fiamma e cuocete, coperto, per un paio d’ore. Frullate il sugo e servite
il capriolo con la salsa a parte. SELLA ARROSTO AI
MIRTILLI ROSSI Soffregate la carne con sale e pepe, rosolatela in padella con 4 cucchiai
d’olio e una noce di burro. Trasferitela in una teglia, contornatela con
le verdure tritate e l’aglio intero, cuocete in forno preriscaldato a
180°C per un’ora e mezzo, bagnando spesso con il sugo di cottura e il
brodo tiepido. Grande e robusto (raggiunge anche il peso di 180 chili), il cinghiale vive confinato in poche aree della Toscana e del Lazio. La qualità e i tagli della carne corrispondono a quelli del maiale. Le quattro fasce d’età dell’animale determinano, in base alle sue dimensioni, il periodo di frollatura in frigorifero: dai 3 agli 8 giorni. Del cinghialetto sono ricercati carrè, costolette e cosciotti da cuocere alla griglia oppure arrosto. Del cinghiale giovane, carrè e costolette sono le parti più indicate per essere rispettivamente cotte in forno e alla brace, mentre il resto è preferibile cucinarlo in umido. Il cinghiale adulto, dopo la marinatura, risulta al meglio preparato in padella o in umido. La marinatura, che può durare anche 48 oro, funge da frollatura. Come per ogni altra selvaggina surgelata, anche il cinghiale è più gustoso cotto in umido. ALLE MELE In un tegame fate sciogliere 30 grammi di
burro e rosolatevi la carne tagliata a grandi pezzi. Quando hanno preso
colore aggiungete una cipolla e una carota ben tritate. Mescolate,
spolverizzate con un cucchiaio di farina, lasciate colorire e bagnate con
il vino. Aggiungete uno spicchio d’aglio, una foglia d’alloro, sale e
pepe. Portate a ebollizione, passate il recipiente in forno preriscaldato
a 200°C per un’ora. ALLE OLIVE Versate in una pentola il vino e l’aceto,
aggiungete una carota, uno spicchio d’aglio, una cipolla, un rametto di
timo, due foglie di salvia e due d’alloro, un ciuffo di prezzemolo, alcuni
grani di pepe e un grosso pizzico di sale. Fate cuocere per un quarto
d’ora, ritirate dal fuoco, lasciate raffreddare, versate in una terrina.
Disponete nel recipiente la carne tagliata a pezzi e fate marinare,
coperto e al fresco, anche due giorni, girando i pezzi di tanto in tanto.
In un tegame scaldate un bicchiere d’olio e una noce di burro, rosolatevi
la carne sgocciolata. Quando è colorita, salate, pepate, bagnate con una
parte della marinata e cuocete per un’ora e mezzo. Aggiungete le olive
snocciolate e continuate la cottura per una mezz’ora a fuoco basso.
Servite lo spezzatino caldo con purè di patate. IN SALSA Preparate la marinata: tritate due carote,
due cipolle, uno spicchio d’aglio, un po’ di prezzemolo, un rametto di
timo. Mettete questo trito in una pentola, aggiungete una foglia d’alloro,
due chiodi di garofano, il vino, l’aceto, tre cucchiai d’olio, sale e
pepe. Cuocete a fuoco basso per 15 minuti, ritirate e fate raffreddare.
Soffregate il cosciotto con il sale, mettetelo nella marinata e lasciatelo
insaporire, coperto e al fresco, 24 ore. Al momento di cuocere la carne,
sgocciolatela e asciugatela. Disponetela in un tegame con la pancetta
tagliata a striscioline e fate rosolare. Quando ha preso colore copritela
per metà con parte della marinata filtrata. Ponete il recipiente in forno
preriscaldato a 200°C e girate il cosciotto di tanto in tanto. A metà
cottura, calcolate 20 minuti ogni mezzo chilogrammo, coprite il
recipiente. Quando la carne è cotta ritiratela dal tegame e tenetelo al
caldo. Diluite il sugo di cottura con il resto della marinata filtrata. A
fuoco vivo fate ridurre della metà e frullatela. Insaporitela con il pepe,
ritiratela dal fuoco e mantecatela con alcuni pezzetti di burro rendendola
soffice e vellutata. Servite il cinghiale con questa salsa a parte. Spesso confusa con il coniglio selvatico,
la lepre si distingue per le orecchie e le zampe più lunghe. Ai fini di
una migliore resa gastronomica sono da considerare le diverse età
dell’animale che subordinano la scelta della ricetta: arrosto per il
leprotto da 2 a 4 mesi e del peso di circa 1,5 chilogrammi; salmì e civet
per la lepre di un anno del peso da 2,5 a 3 chilogrammi; per le terrine il
leprone, il cui peso oscilla fra i 4 e i 6 chilogrammi. ALLA CACCIATORA Tagliate la lepre a pezzi e lavateli in
abbondante aceto. Metteteli in una terrina con un rametto di timo, uno di
maggiorana, due foglie di salvia e una d’alloro, coprite con il vino.
Lasciate marinare, coperto e al fresco, per almeno 12 ore. Sgocciolate la
carne, mettetela in un tegame senza alcun condimento e fatela saltare a
fuoco vivace per 10 minuti. AL VINO In una terrina preparate la marinata con il
vino, la cipolla steccata con due chiodi di garofano, una carota e uno
scalogno tagliati a fettine, un rametto di timo, una foglia d’alloro e una
di salvia, sei grani di ginepro e un cucchiaio d’aceto. Tagliate la lepre
a piccoli pezzi, tenete da parte il fegato e il sangue, pepate e immergete
la carne nella marinata. Salate e lasciate insaporire per almeno 12 ore.
Sgocciolate i pezzi e rosolateli in un tegame con una noce di burro e due
cucchiai d’olio. Spolverizzate con un cucchiaio di farina, mescolate.
Frullate la marinata, versatela nel recipiente e, se necessario,
aggiungete un po’ d’acqua calda, perché la carne deve essere immersa nel
sugo. Lasciate cuocere per 2 ore e più. Poco prima del termine di cottura
aggiungete il fegato tritato finissimo, il sangue e la panna. Mescolate,
cuocete per tre minuti. CON IL GINEPRO Tagliate a pezzi non tanto piccoli la
lepre. Preparate la marinata mettendo in una terrina il vino, dieci bacche
di ginepro, una foglia d’alloro sminuzzata, uno scalogno e uno spicchio
d’aglio schiacciati, la cipolla affettata, un po’ di pepe in grani e il
sale. Immergetevi lo spezzatino di lepre e lasciate marinare, coperto e al
fresco, per almeno 12 ore girando la carne ogni tanto. Sgocciolate e
asciugate i vari pezzi, avvolgeteli nelle fettine di pancetta, disponeteli
in una teglia spennellata con abbondante olio e cuocete in forno
preriscaldato a 180°C per 45-50 minuti. Precisiamo che con il tempo di
cottura indicato si ottiene una carne leggermente al sangue. Se la
preferite più cotta prolungate la cottura di circa un quarto d’ora.
Filtrate la marinata, versatela in un pentolino e, a fuoco vivace, fatela
ridurre della metà. Togliete la pancetta dallo spezzatino, scaldate appena
un bicchierino di brandy, versatelo sulla carne e fiammeggiate. Deglassare
il fondo di cottura con la marinata filtrata, portate a ebollizione a
fuoco vivace. Ritirate, mantecate la salsa con una noce di burro e
servitela a parte. DOLCE FORTE Dal negoziante fate tagliare la lepre a
pezzi, scaldate in un tegame due cucchiai d’olio con 30 grammi di burro,
unitevi la pancetta tritata e rosolatevi lo spezzatino di lepre. Quando ha
preso colore, salate e pepate, cospargete con un cucchiaio di farina e
mescolate. Cuocete per una decina di minuti, versate un bicchiere di vino
e uno di brodo, unite anche una foglia d’alloro e continuate la cottura a
fuoco basso per circa 2 ore. A mezz’ora dalla fine unite i pinoli e
l’uvetta sultanina, prima ammorbidita in poca acqua e poi strizzata. A
parte grattugiate il cioccolato e mescolatelo in una terrina con un
cucchiaio di farina, un cucchiaino d’aceto, due cucchiaini di zucchero, un
pizzico di sale e quindi stemperate il tutto con un po’ d’acqua. Versate
nel tegame e, se necessario, aggiungete un po’ d’acqua o meglio di brodo.
Portate a leggero bollore. Regolate eventualmente il sale. Oggi è raro trovare selvaggina che non sia di allevamento. Pochi, dunque, gli animali abbattuti allo stato selvatico e serviti sulle nostre tavole. Tuttavia possono presentarsi particolari occasioni che richiedono di cimentarsi in cucina con lepri, beccacce, caprioli eccetera. In genere non sono ricette di particolare difficoltà, ma piuttosto lunghe e con vari passaggi. Fondamentalmente è la frollatura così pure occorre seguire con molta precisione le modalità di cottura per ottenere una carne morbida e della giusta consistenza. In vendita si trova spesso selvaggina surgelata, quindi già frollata e pronta per i vari tipi di ricette.
ANATRA SELVATICA CON
I FICHI Vuotare l’anatra e poi lavatela
accuratamente con l’aceto. Salatela e pepatela internamente. Pulite il
fegato e mettetelo dentro l’anatra. Adagiatela in una teglia con due
cucchiaio d’olio, versate il vino e cuocete in forno preriscaldato a 200°C
per un’ora abbondante.
CERVO ALLA PANNA Preparata la marinata. Versate in una
pentola il vino, aggiungete una carota e una costa di sedano tagliati a
fettine, una cipolla steccata con due chiodi di garofano, un cucchiaio di
prezzemolo tritato, una foglia d’alloro, un rametto di timo, un punta di
noce moscata, cinque bacche di ginepro, sale e pepe, cuocete per un quarto
d’ora e ritirate dal fuoco. Battete la carne per renderla più tenera,
immergetela nella marinata e lasciatevela, al fresco e coperta, per tre
giorni, girandola ogni tanto. Sgocciolate la carne, adagiatela in una
teglia spennellata con abbondante olio, unite un trito di carota, cipolla
e sedano, versate il vino, cospargete un cucchiaio di pangrattato e un po’
di pepe. Ponete in forno preriscaldato a 200°C e cuocete per un’ora. Un
quarto d’ora prima di ritirare dal forno aggiungete un bicchiere scarso di
panna, mescolate, regolate il sale. Tagliate la carne a fette. Deglassate
con due cucchiai d’acqua calda il fondo di cottura, passatelo al setaccio
e versatelo sulle fettine. Servite con contorno di polenta a fette.
TORTA AI FUNGHI E
SELVAGGINA In una terrina sistemate la carne di
capriolo e pernice tagliate a pezzi, unite un battuto di carota, scalogno,
sedano, salvia, alloro, ginepro, sale e pepe. Unite il vino e lasciate
marinare per 12 ore. Sgocciolate la carne e conservate la marinata. In un
tegame scaldate una noce di burro con tre cucchiai d’olio, rosolatevi la
carne e poi toglietela. Nello stesso recipiente fate colorire la cipolla e
il prosciutto tritati, e poi i funghi spezzettati. Coprite e cuocete per
20 minuti a fuoco basso. Ponete di nuovo la carne nel tegame, versatevi
anche la marinata, coprite e cuocete a fuoco basso per un’ora e mezzo.
Dividete la pasta in due parti. Con metà foderate il fondo di una teglia,
sopra disponetevi carne e funghi. Ricoprite con la restante pasta,
bucherellate la superficie. Spennellatela con l’uovo sbattuto. Ponete in
forno preriscaldato a 220°C per 20 minuti e poi a 190°C per un qurto
d’ora. Servitela tiepida.
ZUPPA DI FROSONI
MINESTRA SULL’ANATRA
ZUPPA DEGLI ANGELI
PAPPARDELLE
ABBRUZZESI
PAPPARDELLE COL
GERMANO
PAPPARDELLE DI LEPRE
ALLA BOLOGNESE
QUAGLIE AL RISOTTO
PAPPARDELLE CON LA
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