18/06/2009
Articolo 18 a rischio d'insabbiamento?
La questione che riguarda l'articolo 18 (tempi di caccia e specie cacciabili) della legge 157/92 è, al momento, una delle questioni che crea maggiore suspence nel popolo degli appassionati dell'arte venatoria: supposizioni e scongiuri che, al momento, possono soltanto far sperare a qualche novità futura. Al momento, comunque, nè la proposta di legge unificata del senatore Franco Orsi, nè la mancata formalizzazione dell'articolato di modifica da parte di Federcaccia hanno dato i risultati sperati. Ma c'è un altro fattore di preoccupazione. I senatori, infatti, saranno chiamati a decidere con il supporto di un circostanziato rapporto stilato dall' ISPRA (l'ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica): questo documento fa riferimento a ricerche già pubblicate tra il 2000 ed il 2001 (ovvero nove anni fa) basandosi su fonti che, con tutta probabilità, possono essere fatte risalire ancora più indietro nel tempo. In più, c'è chi afferma che non sarebbero stati presi in considerazione documenti scientifici più recenti e di diversa provenienza, i quali, in alcuni casi, porterebbero a conclusioni diverse e migliori. Tanto per fare un esempio, il documento elaborato in sede europea (la direttiva uccelli stilata dal Comitato Ornis) che propone alcuni parametri cui far riferimento per valutare specie e tempi per la caccia contiene dati relativi anche allo storno, che invece non figura nel rapporto dell' ISPRA. Di sicuro la questione dell'articolo 18 non è la soluzione di tutti i problemi che colpiscono il mondo della caccia, ma è sicuramente un buon indicatore delle "strategie elettoralistiche" messe in atto da qualcuno.