23/06/2009
Caccia e politica: le ultime da Roma e Bruxelles
Lo scorso 9 giugno si è riunito, a Bruxelles, il Comitato Direttivo della Federazione europea dei Cacciatori (la Face). Scopo della riunione, la preparazione di una bozza di programma per la prima riunione dell’ intergruppo “Biodiversità, caccia Sostenibile & Attività Rurali”, che si terrà il 14 e 15 luglio a Strasburgo. In rappresentanza dell’ Italia è intervenuto il vicepresidente Face, l’avvocato Gianni Bana (nella foto a sinistra), in assenza della nuova nomina della Delegazione nazionale. Il compito dell’Itergruppo sarà quello di sviluppare il programma del futuro Manifesto Face 2009/2014, il quale dovrà definitivamente affermare il ruolo della caccia quale strumento per la preservazione delle biodiversità. L’Anuu migratoristi, di cui l’avvocato Bana è presidente, ha espresso un giudizio piuttosto chiaro su ciò che ci si aspetta dalla neoeletta politica europea: “in materie delicate come quelle dell’ambiente, che comprendono la caccia, la pesca, e tutte le attività silvo-pastorali – affermano dall’ Anuu migratoristi – si torni ad un atteggiamento pragmatico e rispettoso delle variegate tradizioni e culture che connotano il nostro continente, comprendendo finalmente come i cacciatori siano una grande opportunità per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali, della quale avvalersi e con la quale collaborare. La Face, e noi al suo interno – proseguono dall’ Anuu migratoristi – faremo tutto il possibile affinchè ciò avvenga, richiedendo a coloro che ci rappresentano di onorare gli impegni sottoscritti”. Nel frattempo, all’interno dei confini nazionali, non si possono non rilevare alcune perplessità riguardo all’iter di modifica della legge 157/92. Le sei associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale, infatti, fino ad ora hanno prestato scarsa considerazione rispetto alle esigenze delle associazioni riconosciute soltanto in ambito regionale. Esigenze che, per evidenti motivi geografici, non possono essere soddisfatte se si cerca di equiparare la caccia che si pratica in Veneto con quella che si pratica in Sicilia: le biodiversità fra le regioni della penisola sono palesi ed evidenti. Bisogna, inoltre, tener conto che esistono alcune (almeno un paio) associazioni venatorie a carattere regionale le quali contano una rappresentanza numerica superiore a quella espressa da alcune associazioni nazionali: sarebbe dunque auspicabile che il senatore Franco Orsi e la commissione Ambiente del Senato, durante l’iter di modifica della 157, ascoltassero anche la voce delle associazioni regionali, tanto più che i cacciatori, anche quelli iscritti alle associazioni a solo carattere regionale, versano l’addizionale prevista dalla 157. Addizionale che viene in seguito spartita esclusivamente tra le sei associazioni nazionali. Insomma, paghiamo anche chi assolutamente non ci rappresenta: almeno stateci a sentire!

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