26/06/2009
Francia batte Italia: 1-0.
Come fin troppo spesso accade, l'Italia dovrebbe prendere spunto dalle nazioni: non solo per quanto riguarda le questioni ed i problemi sociali ed economici, ma anche per quanto riguarda la caccia. Dalla vicina Francia, infatti, nei giorni scorsi è arrivato un ottimo esempio che dimostra come con poco si possano abbattere le barriere ideologiche e culturali che relegano la caccia ad un ruolo marginale. Il governo francese e la Regione Languedoc Roussillon, con la partecipazione della Federazione Regionale dei Cacciatori e la Federazione Dipartimentale dei Cacciatori hanno, infatti, avviato un progetto che si è proposto di favorire la mediazione tra il mondo venatorio e la rete Natura 2000. Come primo risultato di questa operazione, i cacciatori saranno direttamente coinvolti nella gestione del Parco Regionale dei Pyrénées. Oltre al mondo venatorio, nella gestione del parco sono stati coinvolti anche gli agricoltori, i guardiaboschi e le pubbliche autorità, ovvero tutti gli attori della gestione ambientale. La Francia è, dunque, riuscita a trasformare in realtà un concetto importante: la caccia è uno tra i maggiori protagonisti nella conservazione della biodiversità, abbattendo quelle barriere ideologiche e strumentali che, invece, qui in Italia non permettono al mondo venatorio di poter partecipare attivamente ai progetti di conservazione e tutela ambientale. Ed in effetti lo scopo del progetto Natura 2000 dovrebbe essere proprio questo, se soltanto in Italia non ne fosse stato travisato il significato trasformandolo nell'ennesima penalizzazione per i cacciatori.