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Anatra
al curry Piacciono agli inglesi i sapori forti:
il curry lo è e riempie tante delle pagine di ricette degli abitanti d'Albione.
Per l'anatra ad esempio si potrebbe far così:
Aglio e virtù
Piccolo miracoloso concentrato di virtù,
l'aglio è compagno inseparabile di tantissimi piatti. Da sempre è
conosciuto per la sua azione disinfettante dell'intestino: uno o due
spicchi freschi al giorno costituiscono un ottima rimedio nelle
infezioni intestinali e può anche liberare dai parassiti. Il Laurus nobilis
Come sempre il gusto e l'aroma non
esaurisce la vasta gamma di proprietà contenute nelle erbe. E' anche il
caso dell'alloro, adatto a cingere il capo del vincitore, ma pronto ad
aiutare la diuresi (ci si scusi l'accostamento). Carminativo e
stomachico, si impiega, oltreché in cucina, anche in infuso e in
pomata, con incredibili risultati per i dolori reumatici. Ma come
sempre, e come del resto a noi più piace, è in cucina che dispiega
appieno le sue doti: l'alloro, che stimola le funzioni digestive,
triturato è buono nella cottura dei legumi (una punta di coltello è più
che sufficiente) e poi in quasi tutta la selvaggina arrosto assieme a
mirto e ginepro, od anche rosmarino e salvia, accoppiate vincenti. Il Ginepro
Non esisterebbe il "Martini
Dry" senza il ginepro, le cui bacche costituiscono la base per il
gin, che a sua volta costituisce magna pars del famoso cocktail. Ma in
quella foggia è discutibile che riesca appieno ad esplicare le sue virtù
medicamentose, che ne fanno un ottimo diuretico, un disinfettante delle
vie urinarie, un coadiuvante nella profilassi del diabete. Peccato! E
allora, per sfruttarne almeno in parte le proprietà terapeutiche delle
sue bacche, affidiamoci alla buona cucina, dove comunque stimola la
digestione e dà sapore ad una gran quantità di piatti, legumi inclusi. La Rosa canina
E’ davvero una delle piante più
"titolate" a rappresentare il discorso sullo sposalizio tra
grazia, qualità curative ed applicazioni nell’arte culinaria. Pianta
diffusa praticamente in tutta Europa, i suoi frutti vengono impiegati in
fitoterapia con un buon esito nelle affezioni renali, nei casi di
ritenzione di liquidi. Anche contro lo scorbuto: si può assumere sotto
forma di capsule, ricavate dall'estratto a secco della pianta, oppure
con l’involucro dei frutti è possibile preparare un decotto (due/tre
per tazza). Queste le modalità di assunzione terapeutica propriamente
detta. La rosa canina, però, anche in cucina esplica le sue proprietà,
sia nella forma di bevanda, sia nelle confetture. Le sue sono poi una
delle componenti della indispensabile marinata che predispone la
selvaggina nobile alla cottura: il profumo e il lieve aroma dolce-amaro
passa, seppure in forma attenuata e mescolata ad altre componenti, alle
carni a cui sottrae parte di quel sapore di "selvatico" che in
forma troppo forte offende il palato. Può rappresentare anche una delle
componenti centrali dell'aromatizzazione dei piatti.
Chi pensa che la cacciagione sia "out"
nei mesi estivi sbaglia di grosso ; e chi è stato abbastanza previdente
e parsimonioso da conservare qualcosa del "bottino" invernale
potrà adesso seguire i nostri consigli. Questa volta parliamo di colombi,
che hanno un sapore abbastanza forte e particolare. Necessari per
la ricetta tre/quattro colombi, due patate, 30/40 grammi di burro
un uovo intero e poi prezzemolo, sale e pepe quanto basta. I colombi
banno lessati in acqua con gli odori (carota, cipolla, sedano e poi
disossati. Le ossa vengono utilizzate dopo il trattamento che vi indichiamo
: pestatele accuratamente nel mortaio, fatte bollire e poi passate.
Con il burro, un po’ di farina e poco brodo e le ossa, ottenere una
crema, a cui si aggiungerà la carne tritata e le patate lessate e
schiacciate opportunamente. Aggiungere a questo punto prezzemolo novo
: con l’impasto ottenuto si faranno le plpettine, lche involte in
pan grattato, sono pronte per essere fritte.
La storia dell’arista la racconta
con felice dovizia di immaginazione quel gran gaudente dell’Artusi,
insuperato narratore di ricette: in sintesi estrema la radice è nel
grido di ammirazione di un greco di fronte a quella parte della schiena
completa di lombata e filetto. Arista intesa come "ottimo"
, insomma. E ottimo è chiaramente l’arrosto di cinghiale tratto da
questa nobile porzione, che vi proponiamo nella seguente ricetta.
Dopo aver lavato e asciugato con cura
le quaglie, avvolgetele una per una con le fette di lardo e le foglie di
salvia e legate il tutto con un filo. Ponete il burro in una padella e
lasciatelo sciogliere; aggiungete le mandorle e fatele dorare. Mettete
ora le quaglie, fatele rosolare da ogni parte a fuoco vivo e conditele
con una presa di sale e pepe macinato al momento. Incoperchiate il
tegame, abbassate la fiamma, lasciate continuare la cottura per circa 30
minuti, irrorando di tanto in tanto le quaglie con qualche cucchiaiata
di brodo, e poi servite subito in tavola. Lavate i cavolini dopo averli liberati
da eventuali foglie dure e rovinate, poi fateli sbollentare per 5 minuti
in acqua salata in ebollizione e scolateli. Fate fondere il burro
insieme con il prosciutto crudo tagliato a listerelle in una casseruola,
poi aggiungete le pernici, lasciatele rosolare da ambo le parti,
conditele con una presa di sale e con un po' di pepe macinato al
momento.
Unite a questo punto i cavolini,
rimescolate con delicatezza e bagnate con il vino bianco secco;
aspettate che evapori completamente, quindi portate a termine la cottura
della preparazione per altri 30 minuti, aggiungendo a mano a mano
qualche cucchiaiata di acqua.
Sistemate le pernici su un piatto di portata
preriscaldato, contornatele con i cavolini di Bruxelles, cospargetele
con un po' di prezzemolo tritato e servitele immediatamente in tavola.
Lavate le pernici, poi tagliatele a
pezzi. Raschiate la carota, tritatela insieme con la costola di sedano
mondata, la cipolla, la carota e il lardo. Ponete il battuto in una
casseruola, aggiungete l'olio e lasciatelo dolcemente inbiondire.
Adagiate allora nel recipiente le pernici, aggiungete le foglie di
alloro e fate dorare la carne in maniera unifoirme.
Condite la preparazione con un pizzico
di sale, con un po'di pepe macinato al momento, poi spruzzatela con il
brandy. Lasciate evaporare completamente il liquore, quindi portate a
termine la cottura delle pernici aggiungendo man mano un po'di brodo
caldo.
Appena la carne risulterà morbida,
incorporatevi la panna, lasciate cuocere ancora per qualche minuto,
quindi presentate in tavola le pernici disposte su un piatto di portata
preriscaldato e ricoperte del sugo di cottura (privato delle foglie di
alloro).
Pernici
in casseruola con erbe aromatiche Per l'accompagnamento: 4 fette larghe e spesse di pane
leggermente raffermo, dorate in 120 grammi di burro caldo.
Per completare: 1\2 cucchiaino di maizena; 1 noce di
burro.
Dopo aver preparato le pernici per la
cottura, disponetele in unacasseruola con olio e burro, sopra un trito
fine di tutte le verdure e delle erbe aromatiche. Fate cuocere
lentamente e, dopo un quarto d'ora, rivoltate il trito aromatico con una
paletta amalgamandolo alle pernici. Continuate adagio la cottura e
condite con sale e pepe il tutto.
Aggiungete il dado sbriciolato, un
bicchierino di cognac, due cucchiaiate di acqua calda e fate cuocere
ancora per 20 minuti circa fino a completa cottura. Dividete allora le
pernici in due pezzi ognuna e sistemate ciascuna metà, con il dorso
rivolto verso l'alto, su un crostone di pane dorato nel burro caldo.
Tenete la preparazione coperta con un foglio d'alluminio su un piatto di
servizio dentro il forno preriscaldato (150 'C), con lo sportello
semiaperto. Nel frattempo allungate con qualche cucchiaiata di acqua
calda il fondo di cottura, unitevi una piccola noce di burro impastata
con mezzo cucchiaino di maizena, rimescolate e fate ben legare gli
ingredienti, quindi frullate la salsa nel vaso del frullatore elettrico,
aggiungendovi, se necessario, ancora due cucchiaiate di acqua calda per
conferirle la densità di una crema.
Distribuite la salsina così ottenuta sopra ogni mezza
pernice, dopo aver liberato il piatto dal foglio di alluminio, e servite
subito intavola la preparazione. Pulite accuratamente le quaglie.
Allineate ora 12 fedine di pancetta sul tagliere, cospargetele con il
trito di erbe aromatiche, arrotolatele in modo da formare degli
involtini e disponeteli all'interno di ogni quaglia; fasciatele infine
con le rimanenti fettine di pancetta e fissatele con uno stecchino. Fate
fondere il burro in una casseruola insieme con l'olio,aggiungete la
cipolla tritata insieme con la costola di sedano e lasciate imbiondire
uniformemente il trito. Adagiate allora nel condimento le quaglie,
fatele rosolare, bagnatele con il vino bianco secco e portate a termine
la cottura della preaparazione aggiungendo man mano un po' di panna.
Lavate le foglie di salvia,
asciugatele e tritatele con la pancetta. Amalgamate questo trito con 60
grammi di burro. Fiammeggiate velocemente le quaglie e pulitele con un
panno asciutto. Introducete in ognuna un pochino del composto preparato,
quindi legatele con un filo incolore per tenerle raccolte. In un tegame
disponete le quaglie e, sopra, distribuite il composto, spalmandolo;
salate, pepate e versate la grappa. Portatela a bollore a fuoco vivace e
fatela infiammare; appena si spegnerà spontaneamente, mettete il
coperchio e cuocete a fuoco dolce per una mezz'oretta. Scaldate il forno
portandolo a 200 'C. Nel frattempo passate al passaverdura i piselli
scolati direttamente in una casseruola; unite il rimanente burro e il
sale necessario. Scaldate a fuoco moderato, rimescolando energicamente
con un cucchiaio di legno.Versate il pure di piselli in una pirofila e,
al centro, disponete le quaglie con il loro sugo di cottura. Mettete la
preparazione in forno per una decina di minuti, quindi servitela subito
in tavola.
Scongelate la pasta sfoglia. Lavate e
asciugate le fogliette di rosmarino e quelle di salvia, poi tritatele.
Tagliate a cubettini la pancetta. Pulite le quaglie, togliendo
l'eventuale peluria, brucicchiatele sulla fiamma, lavatele e
asciugatele. Introducete in ognuna una parte di pancetta e del trito di
odori. Legatele con un filo bianco per tenerle in forma e passatele
nella farina.
In un tegame soffriggete insieme l'olio e il burro,
poi mettetevi le quaglie, rosolatele, salatele, pepatele a vostro gusto
e spruzzzatele con un filo bianco per tenerle in forma e passatele nella
farina.
In un tegame soffriggete insieme
l'olio e il burro, poi mettetevi le quaglie, rosolatele, salatele,
pepatele a vostro gusto e spruzzatele con vino bianco; appena si sarà
consumato, versate nel recipiente mezzo bicchiere di acqua calda,
mettete il coperchio e cuocete a fuoco basso per circa 30 minuti,
voltando un paio di volte le quaglie. Nel frattempo stendete la pasta
sfoglia a 3 millimetri di altezza. Con uno stampino ovale, lungo 12
centimetri, ritagliate 16 formine. Posatene 8 su una placca spruzzata
d'acqua, pennellatele col tuorlo d'uovo e sovrapponete le altre 8,
svuotate della parte centrale. Pennellate il bordo col tuorlo e
bucherellate la pasta al centro con i rebbi di una forchetta.
Infornate per un quarto d'ora finchè le carrozze
saranno gonfie e dorate. Disponetele su un piatto di portata piano
caldo; in ogni carrozza mettete una quaglia, privata del filo. Irrorate
il tutto con il sugo di cottura e servite subito. Come prima operazione, fate scongelare
per tempo la pasta sfoglia. Legate insieme rosmarino e salvia con un
filo bianco e metteteli nella teglia dove cuocerete le quaglie con 2 o 3
cucchiai di olio. Bruciacchiate le quaglie, quindi passatele con un telo
inumidito. Lavate e sgrondate bene la rucola e tagliatela a listerelle,
meno qualche foglia che terrete da parte per la decorazione.In un tegame
imbiondite il trito d'aglio e cipolla in 20g di burro e un cucchiaio
d'olio, aggiungete la rucola e soffrigetela dolcemente, rimescolando
spesso:salatela, pepatela e cuocetela finchè non sarà asciutta.
Versate il tutto in una terrina,unite la salsiccia spellata e
sbriciolata, e il grana grattuggiato, una grattuggiata di noce moscata e
un tuorlo d'uovo; regolate a vostro gusto di sale e pepe, amalgamate
bene, poi riempite le quaglie con questo composto. Legatele con un filo
bianco, sistemate nella teglia e pennellate col rosmarino e la salvia,
che lascerete nella teglia;salatele e infornatele a 230°C. Appena le
quaglie saranno dorate, spruzzate le con la grappa e portatele a cottura
(in45 minuti circa), voltandole di tanto in tanto e bagnandole col loro
sugo.Nel frattempo stendete la pasta sfoglia non molto sottile, ricavate
8 formine ovali di circa 12 centimetri di lunghezza, disponetele su una
teglia spruzzata con acqua e pennellatele con un tuorlo di uovo;
ricavate altre 8 formine, svuotatele della parte centrale, lasciando un
bordo di circa 2 centimetri, e disponetele sulle prime 8;pennellatele
col tuorlo e bucherellatele con i rebbi di una forchetta nel centro; la
sciatele riposare finchè non saranno cotte le quaglie. Tenete al caldo
queste ultime e infornate le formine a 200 'C per un quarto d'ora circa.
Quando saranno dorate, disponetele sui piatti caldi dei commensali e, su
ognuna, mettete una quaglia senza filo bianco. Irrorate col sugo di
cottura e decorate con le foglie di rucola. Insaporire con il sale e il pepe dentro e fuori la
pernice, fare rosolare in una casseruola a fuoco lento con olio e
guanciale tagliato a dadini, quando comincia a divenire il tutto dorato
Aggiungere uno spicchio d'aglio intero, la salvia,
icapperi, un bicchiere di vino bianco ed un mestolo d'acqua.
Fare cuocere a fuoco lento per circa
40 minuti aggiungendo quando + un po' d'acqua fino a far restingere il
sughetto, poi aggiungere un bicchierino di cognac e far amalgamare fino
a quando non diventa una crema.
Da servire a tavola accompagnato da un Dolcetto
d'alba.
Accendete il forno con il termostato posizionato a 200
'C. Passate il fagiano sulla fiamma, lavatelo e asciugatelo.
Tritate con i fegatini il rosmarino,
la salvia e l'alloro lavati e asciugati; salate, pepate e introducete il
composto nel fagiano; cucitelo e legatelo. Rosolatelo in un tegame da
forno con 70 grammi di burro; salate e pepate ancora, quindi versate il
latte e il marsala e mettetelo in forno già caldo per un'oretta.
In tempo utile lessate il riso in
abbondante acqua bollente salata, scolatelo al dente e conditelo in una
terrina, dove avrete già sbattuto i tuorli col grana grattugiato e il
rimanente burro a pezzetti.
Sfornate il fagiano, tagliatelo in 4
parti e togliete il ripieno che aggiungerete al riso col sugo di
cottura. Rimescolate bene, disponete il riso sul fondo dei piatti
individuali caldi e, sopra, un quarto di fagiano, quindi servite subito
in tavola.
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